Plejestation "pindsvinenes håb" Aarhus
Skovgårdsvænget 93
8310 Tranbjerg, Arhus, Denmark
Hours Always open
Ferite frequenti: riccio morso da un cane, riccio ferito da attrezzatura da giardinaggio, riccio ferito da trappole o reti,
riccio ferito da fili, riccio ferito con decespugliatore.
In genere, già dall'odore o dalla puzza che emana, si può capire se c'è una ferita infetta.
Se si pone il riccio in sicurezza sulla carta da cucina bianca, si potrà notare facilmente se perde sangue.
Questo ci fa capire se ci sono ferite in zone non visibili.
Un veterinario, visitando a fondo il riccio, potrà vedere ferite che noi non vediamo.
Importante è controllare se sulla ferita sono presenti uova o larve di mosca.
In questo caso è urgentissimo consegnare il riccio ad un veterinario, un CRAS (Centri Recupero Animali Salvatici) o centro abilitato (vedi sezione Uova Di Mosche).
Se il recupero da parte delle autorità richiede tempo, si può disinfettare la ferita con un buon disinfettante, cercando di pulirla nel migliore dei modi.
Sarebbe meglio usare il Betadine soluzione 10% perchè ha anche un'azione di protezione contro le mosche.
Un riccio ferito, di solito in stato di stress, dovrebbe essere messo in una scatola non grande e tenuto in un luogo tranquillo in attesa del recupero da parte delle autorità.
Per proteggerlo dalle mosche si può coprire la scatola con un velo o un pezzo di una vecchia tenda.
Importante. Non fornire calore al riccio ferito, soprattutto in presenza di uova o larve di mosca.
Anche in caso di ferite piccole, il riccio va consegnato ad un veterinario.
Molte volte seguono infezioni da curare con terapia antibiotica.
Inutile dire che in caso di ritrovamento di un riccio ferito, la velocità della consegna ad un veterinario può salvargli la vita.
Spesso ferite non curate velocemente possono portare l'esemplare alla morte in poco tempo.
In caso di ferite gravi (perdita di una o più zampe anteriori, danni irrimediabili al sistema olfattivo o neurologico) si deve sempre considerare che il riccio non potrà mai vivere in autonomia, sia in libertà che in tutela.
In questi casi, per amore e rispetto nei suoi confronti, il veterinario potrà decidere se praticare l'eutanasia, esonerando il selvatico da una vita di sofferenza estrema.