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Come comunica il riccio?

Quali versi fanno i ricci?

Che suoni fanno i ricci?

Come ogni essere vivente anche il riccio ha un suo linguaggio.

Molti sono i suoni che produce per comunicare con i suoi simili o per dimostrare il suo disagio.

 

Il suono più comune è il soffio.

 

Sbuffi o soffi prolungati danno un segnale ben preciso:

io sono qua, questa è la mia tana, il mio cibo, la mia femmina, i miei piccoli per cui, non ti avvicinare.

In genere questo segnale è accompagnato dal rizzare tutti gli aculei  o solamente quelli della testa.

 

Se il pericolo o l'indesiderato non si allontana, il riccio procede saltando e, in caso, spingendo “l'avversario” con la testa.

 

Anche lo “schioccolio”, un suono intermittente, viene usato come monito nei confronti di una presenza indesiderata.

L'emissione di suoni più o meno acuti viene usata per comunicazioni amichevoli (piccoli con la mamma, fra fratelli). O ostili (per esempio fra maschi in uno spazio ristretto o in occasione di un corteggiamento)

 

I piccoli chiamano la loro mamma emettendo dei versi che assomigliano a vagiti di bimbo, o piccoli suoni di compiacimento.

 

Immersi nel silenzio notturno di un bosco possiamo udire i loro versi di richiamo.

 

La nostra esperienza, a volte, ci ha fatto sentire un urlo quasi straziante che il riccio emette durante il sonno.

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Questo comportamento è ancora oggetto di studio ma si può pensare che sia dovuto in seguito ad un forte trauma subito o ad uno stato di stress e disagio profondi.

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